domenica 25 agosto 2013

Quando il design e dare nuova vita a oggetti del passato

Il “Garage del Cenciaio” è più di un semplice luogo di lavoro o riflessione, è un laboratorio dove, a metà strada tra arte e tecnica, i materiali di scarto trovano una nuova utilità ed un’inaspettata dignità.
Come in una sorta di Installazione Artistica Permanente, in questo luogo rinascono oggetti che sembravano destinati alla discarica, le forme originali mutano e gli oggetti rotti ed apparentemente inutilizzabili riprendono vigore dietro una nuova prospettiva.
Il Garage del Cenciaio è qualcosa che, nella visione del futuro, sarà la direzione di molti: come progetto, come lavoro e come stile di vita.

Quando il design e dare nuova vita a oggetti del passato
Articolo su Il Tirreno di Silvia Trovato, foto Pierluigi, 11 agosto 2013


mercoledì 3 luglio 2013

La storia di Simone Lambardi: architetto e creatore del “Garage del cenciaio”


(Il Garage del Cenciaio, foto di Mirko Turini)
Con questo articolo Radio Cage prosegue la sua indagine sugli artisti del “riciclo” e della “sostenibilità”. Il “Garage del cenciaio” di Simone Lambardi è il secondo laboratorio in cui ci siamo addentrati, dopo essere stati nella bottega di Giuseppe Pacini a Pontedera

di Silvia Trovato
Simone Lambardi, architetto, laureato nel 2002 a Firenze, vive a Rosignano Solvay con la sua compagna Patrizia Monzani e la piccola Teodora; oltre a portare avanti il lavoro di architetto, Simone ha sviluppato un interessante progetto di produzione e trasformazione di materiali abbandonati e recuperati chiamato “Il garage del cenciaio”.
Le città che segnano il suo percorso formativo sono Firenze, Berlino e Barcellona. A Berlino arriva nel 2002 realizzando il suo primo lavoro di restauro, collaborando con gallerie d’arte e studi di architettura. Dal 2007 al 2008 vive a Barcellona, dove collabora con l’architetto Marcus Riu Haberlander e con l’artista Chema Alvargonzalez realizzando opere d’arte audiovisive e fotografiche. Infine nel 2008 decide di tornare nella sua città natale, Rosignano Solvay, dove continua a lavorare come architetto e comincia anche a interessarsi di “permacultura”, cercando terra da lavorare con l’agricoltura sinergica e acquisendo nozioni di apicoltura.
La permacultura è un sistema creato da Bill Mollison negli anni Settanta per la progettazione e creazione di una vita sostenibile sulla Terra, concentrandosi sulla cura degli ecosistemi e su un consumo che renda possibile la condivisione equa delle risorse in eccesso. Simone si sente vicino in particolar modo agli insegnamenti di Masanobu Fukuoka, pioniere dell’agricoltura naturale o “del non fare” e a Emilia Hazelip. L’agricoltura naturale di Fukuoka si concentra sul principio di autoregolazione della natura; il terreno non è arato, si studiano le interazioni che permettano l’instaurazione di un equilibrio naturale tra piante che fissano l’azoto e coltivazione voluta, si inseriscono animali antagonisti a combattere le infestazioni. Il metodo di Fukuoka è legato alle condizioni climatiche e agricole del Giappone; Emila Hazelip, agronoma e naturalista spagnola adattò alla cultura e al clima occidentale gli insegnamenti di Fukuoka, mettendo a punto l’agricoltura sinergica.
Da più di dieci anni Simone si occupa di rappresentazione architettonica digitale e animazione, collaborando con studi di architettura, gallerie d’arte e producendo oggetti di arredamento in modo artigianale. Qui si colloca “Il garage del cenciaio”, luogo di progettazione e produzione ma anche deposito di materiali di ogni genere, da cui Simone ricava oggetti nuovi recuperando e riciclando materiali, portando vecchi oggetti ad una nuova vita. Tra i lavori raccolti nel suo sito, www.silark.it, troviamo numerosi esempi del suo lavoro, dagli oggetti di recupero, ai lavori architettonici, alla permacultura.
Tra gli oggetti che fanno parte del progetto del “Garage del cenciaio” troviamo ad esempio il “Sediavolo”, http:/ /silarkit.blogspot.it/1997/10/sediavolo.html?q=sediavolo, un oggetto che può fare da sedia e tavolo, creato da una bobina elettrica per l’avvolgimento dei cavi. Oppure il “Tamgranlux”,http://silarkit.blogspot.it/2008/04/tamgranlux.html, una lampada e anche un gioco, formata da quattro placche colorate mobili che tramite bottoni a pressione possono creare qualsiasi forma e adattarsi ad ogni ambiente. Il tavolino “Octopus”, http://silarkit.blogspot.it/2010/10/octopus.html , realizzato unendo due comodini laccandoli in rosa, a evocare l’immagine di una piovra.
La concentrazione sul recupero dei materiali deriva dalla consapevolezza dell’incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate. Questo approccio si colloca nel pensiero della “Decrescita” come opposizione ad un consumo sfrenato, tentando di ritardare al massimo il momento in cui un oggetto viene considerato “rifiuto”. Simone fa l’esempio di una busta che contiene biscotti «questa busta ha un valore importante quando la compriamo: trasporta i biscotti e li contiene. Una volta esauriti i biscotti la busta ha comunque un valore, basta trasformarla. Ha contenuto qualcosa che abbiamo considerato prezioso fino a un istante prima. “L’unico modo di dare senso ad un imballaggio inutile che ci viene dato comunque è quello di riutilizzarlo, farlo diventare un’altra cosa”.
Con il garage del cenciaio Simone prolunga la vita degli oggetti, immagina e trasforma, li scambia con altri. Gli oggetti prodotti da Simone nel suo laboratorio non sono mai stati venduti, ma scambiati con altre persone in piccoli lavoretti, esperienza, gesti di solidarietà.  In questo senso secondo Simone si potrebbe costruire un diverso approccio con gli altri, investendo in un cambiamento culturale, condividendo azioni e lavori come si faceva nei campi, tornando ad essere più solidali e consapevoli.
Il “Garage del cenciaio” è anche recupero del concetto di solidarietà e di comunità con gli altri: intaccando la separazione e l’isolamento tra le persone, stimolando la diffusione di un capitale sociale che unisca, con creatività.
(Octopus e Tamgranlux, foto di Mirko Turini)